Oltre dieci anni fa Giorgio Armani metteva su casa. Perchè oltre dieci anni fa nasceva il progetto Armani/Casa. Una collezione, tra creatività e sapienza artigianale, minimalismo e décor, che ora si arricchisce di nuovi arredi e della Armani/Casa Exclusive Wallcoverings Collection. E' la prima collezione di carta da parati del marchio, in collaborazione con Jannelli&Volpi, che unisce stampa digitale e fondi pregiati e naturali, dalla seta allo shantung.
Ma come è nata la sua passione per il design?
Per molto tempo, prima di lanciare la prima collezione, ho pensato di ampliare la mia estetica applicandola all'interior design: volevo creare un lifestyle Armani completo, che rispecchiasse le mie idee e fosse applicabile fuori dalla moda. L'arredamento mi è sembrato il passo più naturale. La mia prima creazione è stata una lampada, nel 1982, ma Armani/Casa è stata lanciata ufficialmente nel 2000, con l'apertura del primo punto vendita a Milano. E' in costante evoluzione e negli ultimi anni ho cercato di espandere questo progetto a nuove aree, anche grazie a varie collaborazioni: con Dada per le cucine, con Roca per i bagni, con Rubelli per i tessuti e ora con Jannelli&Volpi per la prima collezione di carta da parati. Un'altra declinazione di questo mio interesse per il design è il mio Interior Design Studio. E' stimolante confrontarmi con necessità e desideri di interlocutori diversi per avere un ambiente Armani nel rispetto del contenitore architettonico e del gusto della committenza.
Quali sono le caratteristiche della collezione che presenterete al prossimo Salone?
La ricerca di un'artigianalità preziosa che si esprime nelle finiture sofisticate, come ad esempio il noce intagliato o il lino patinato, che danno una nuova consistenza alla collezione di mobili. Evitando qualsiasi eccesso, mi sono concentrato su linee semplici, eleganza e minimalismo: questo è il messaggio che desidero venga trasmesso, da sempre, con le mie collezioni Armani/Casa. Sono convinto che la casa sia un riflesso di noi stessi, di chi noi realmente siamo.
Il pezzo che preferisce?
E' difficile sceglierne uno. Forse il mobile bar Riesling, in noce intagliato e in cui il legno ricorda il disegno della canna di bambù: ha un design rigoroso ispirato all'Art Déco, uno stile che mi piace. O le nuove lampade in vetro di Murano, con una luce morbida, calda.
Quale sono le sue fonti di ispirazione?
Sono molte e diverse. Più che di ispirazione, parlerei di fluido emotivo: chi fa una professione creativa ha una sensibilità speciale per le immagini e nell'osservare la realtà, un modo di vedere e di vivere luci e colori che non può essere né superficiale né disincantato.
Gli italiani hanno ritrovato il gusto di vivere la casa e ricevere. Cos'è per lei l'ospitalità?
E' un riflesso del mio concetto dell'abitare: uno spazio intimo e sofisticato circondato dalla comodità, un luogo d'incontro semplice e confortevole che permetta alle persone di riunirsi e di sentirsi a proprio agio.
tratto da Repubblica CASA&DESIGN
Ma come è nata la sua passione per il design?
Per molto tempo, prima di lanciare la prima collezione, ho pensato di ampliare la mia estetica applicandola all'interior design: volevo creare un lifestyle Armani completo, che rispecchiasse le mie idee e fosse applicabile fuori dalla moda. L'arredamento mi è sembrato il passo più naturale. La mia prima creazione è stata una lampada, nel 1982, ma Armani/Casa è stata lanciata ufficialmente nel 2000, con l'apertura del primo punto vendita a Milano. E' in costante evoluzione e negli ultimi anni ho cercato di espandere questo progetto a nuove aree, anche grazie a varie collaborazioni: con Dada per le cucine, con Roca per i bagni, con Rubelli per i tessuti e ora con Jannelli&Volpi per la prima collezione di carta da parati. Un'altra declinazione di questo mio interesse per il design è il mio Interior Design Studio. E' stimolante confrontarmi con necessità e desideri di interlocutori diversi per avere un ambiente Armani nel rispetto del contenitore architettonico e del gusto della committenza.
Quali sono le caratteristiche della collezione che presenterete al prossimo Salone?
La ricerca di un'artigianalità preziosa che si esprime nelle finiture sofisticate, come ad esempio il noce intagliato o il lino patinato, che danno una nuova consistenza alla collezione di mobili. Evitando qualsiasi eccesso, mi sono concentrato su linee semplici, eleganza e minimalismo: questo è il messaggio che desidero venga trasmesso, da sempre, con le mie collezioni Armani/Casa. Sono convinto che la casa sia un riflesso di noi stessi, di chi noi realmente siamo.
Il pezzo che preferisce?
E' difficile sceglierne uno. Forse il mobile bar Riesling, in noce intagliato e in cui il legno ricorda il disegno della canna di bambù: ha un design rigoroso ispirato all'Art Déco, uno stile che mi piace. O le nuove lampade in vetro di Murano, con una luce morbida, calda.
Quale sono le sue fonti di ispirazione?
Sono molte e diverse. Più che di ispirazione, parlerei di fluido emotivo: chi fa una professione creativa ha una sensibilità speciale per le immagini e nell'osservare la realtà, un modo di vedere e di vivere luci e colori che non può essere né superficiale né disincantato.
Gli italiani hanno ritrovato il gusto di vivere la casa e ricevere. Cos'è per lei l'ospitalità?
E' un riflesso del mio concetto dell'abitare: uno spazio intimo e sofisticato circondato dalla comodità, un luogo d'incontro semplice e confortevole che permetta alle persone di riunirsi e di sentirsi a proprio agio.
tratto da Repubblica CASA&DESIGN
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