Passa ai contenuti principali

Andiamo a mangiare "nouvelle cuisine"?!

Considerati gli archistar delle papille gustative, gli chef non conoscono declino da quando occupano trasmissioni in prima serata e vantano un consistente seguito eterogeneo!  
Il trend di questo mestiere sta dunque vivendo una sorta di Rinascimento, e dalle case dei nobili ne han fatta di strada i "cuochi" per giungere fino al piccolo schermo.


Per "cucina di casa" si intende l'ambiente aristocratico e dell'alta borghesia del passato, quando il cuoco ricopriva un ruolo di essenziale importanza per il suo datore di lavoro, del quale conosceva tutti i particolari legati all'alimentazione e, specialmente, le patologie, intolleranze e capacità digestive. Tutto ciò richiedeva, indubbiamente, grande competenza professionale e conoscenza dei rimedi naturali. Per tale funzione, si richiedeva quindi persona letterata, che avesse una base culturale ben collaudata, oltre a capacità tecnica e perfetta conoscenza delle caratteristiche di tutti i prodotti alimentari allora presenti. In sostanza, la sua funzione andava al di là della parte culinaria e il suo datore di lavoro lo teneva in grande considerazione, lo retribuiva generosamente e talvolta, preferiva seguire i suoi consigli invece di quelli del suo medico personale. 



Fino al '800 i grandi cuochi, spesso nobili, sempre letterati, diedero alle stampe trattati di cucina che, ancora oggi, sono considerati nell'ambiente veri e propri capisaldi. Da Bartolomeo Scappi nel '500, Bartolomeo Stefani nel '600, Vincenzo Corrado nel '700 e Ippolito Cavalcanti nel '800.



Naturalmente la miriade di locande disseminate in tutta Europa non potevano vantare persone di tale spessore, ma erano affidate alle cure di ottimi cuochi, magari analfabeti ma dotati di grandi capacità professionali. 


A partire dal fenomeno "nouvelle cuisine" grazie ai critici gastronomici Gault e Millau, dapprima in Francia e poi in Italia, si assiste al nuovo protagonismo di cuochi che accompagnano la loro carriera a grandi attività editoriali, con la creazione di volumi completi a divulgazione delle proprie tecniche culinarie, volte ad abbandonare la tradizione ed abbracciare un modello più moderno di interpretazione della cucina. 


Nasce così un nuoco concetto di gastronomia, al servizio dei nuovi chef che ne traggono il loro nuovo status sociale, rivoluzionando per altro quello che è il concetto di pasto: non più pietanza sontuose, ricche e pesanti, ma una visione volta alla leggerezza e alla celebrazione dell'alta cucina nel mondo. 


L'intento dei nuovi chef è quello di invitare le persone a stuzzicare i 5 sensi, dando più importanza alla sostanza dell'alimento, privilegiando porzioni meno abbondanti: prendono così piede la cottura al vapore, a bagnomaria, al grill, tutte cotture brevi e che si compiono a basse temperature, senza aggiunta di grassi e che contribuiscono alla salvaguardia del sapore degli alimenti e alla conservazione delle vitamine e dei sali minerali in essi contenuti. Il piatto si autocelebra, diventando contemporaneamente essenza e sostanza e i menù devono essere leggeri e capaci di ricordare la tradizione, pur favorendo le nuove tecniche sviluppate. 


Non si può 
pensare bene, 
amare bene, 
dormire bene
se non si ha mangiato bene. "

- Virginia Woolf - 




Commenti

Post popolari in questo blog

Sfoderiamo gli sci e i Moon Boot?!

Neve a Cortina d'Ampezzo Dicembre, aprono gli impianti e i rifugi, iniziano le folli sciate e la stagione dello snowboard!!!  Il mio equipaggiamento per eccellenza quando penso ai weekend in montagna sono i miei preziosi Moon Boot rosa! Disponibili ormai in tutte le fogge, copiati e imitati anche da prestigiose case di moda.... ma quando sono nati effettivamente i Moon Boot?! Doposci Moon Boot Ambrosiano e Giancarlo Zanatta Rivestimento esterno in nylon impermeabile, gommapiuma come isolante termico, suola ovale e antiscivolo. 1970: in Italia, i fratelli Zanatta a capo di un'azienda di scarponi da sci lanciano una calzatura informale e da riposo. Ispirati all'abbigliamento degli astronauti sbarcati sulla luna nell'estate del 1969, i Moon Boot sono allo stesso tempo un'intuizione tecnica e imprenditoriale, quanto un fenomeno di moda e di costume. Interpreti perfetti di un turismo invernale divenuto fenomeno di massa, i Moon Boot sono semplici,

Un tuffo nel mar dei Caraibi con LIGNE ST BARTH!

Proprio perché fuori fa freddissimo oggi ho voglia di parlarvi di una linea di prodotti eccezionali che ci trasportano automaticamente in posti caldi e paradisiaci: i Caraibi.  Si tratta dell'azienda francesce LIGNE ST BARTH.  Formule innovative e una continua ricerca di nuovi ingredienti di origine naturale caratterizzano l'attività dell'azienda che da vita a prodotti dai profumi incantevoli: olio di Avocado per corpo e capelli, olio di Cocco, Gel dopo sole all'Aloe Vera alla Menta, linea completa di solari, linea uomo, linea spa e ancora crema doccia esfoliante alla Papaia, latte detergente ai Fiori di Frangipane, tonico al Melone, esfoliante viso alla Papaia, maschere viso, crema al burro di Mango, gel doccia, shampoo e deliziose fragranze corpo. Le sostanze di sintesi sono utilizzate sporadicamente, soltanto quando non esiste alcuna alternativa naturale, al fine di fornire prodotti stabili e sicuri. Le materie prime vengono selezionate in base a precisi

Coconut Lover!? Presente!

Io adoro il COCCO , che oltre ad essere un frutto tropicale, è un alimento con un certo valore nutritivo. Oggi vi svelo qualche curiosità su questo frutto che troverete interessanti se come me siete Cocco Lovers! Il 'cocco ' così come noi lo conosciamo. La noce di cocco è il frutto della palma Cocos nucifera , unica nel suo genere: è una palma alta e snella che può raggiungere i 20-30 metri di altezza. Le sue foglie misurano circa 5 metri. Le foglie vecchie tendono a staccarsi naturalmente lasciando il tronco pulito (utile per gli agricoltori indigeni che salgono sui tronchi per raccogliere i frutti). La 'Coconut Palm' riesce a crescere in terreni anche molto poveri e sabbiosi, ma in un terreno fertile la resa è migliore e la pianta potrebbe produrre fino a 60-70 frutti (o noci) all'anno. Una palma da cocco può diffondere i suoi semi anche a migliaia di chilometri di distanza, grazie alle correnti marine che trasportano il frutto. Grazie anch