Passa ai contenuti principali

Luce come light-scape


Vi siete mai scoperti ammirati nell'osservare la città lasciata sotto di voi subito dopo il decollo o qualche minuto prima dell'atterraggio? Io si, puntualmente anzi, cerco di prendere i voli proprio in quegli orari che portano con se una luce magica, come il tramonto o la sera, quando so che saranno in grado di regalarmi attimi di pura sorpresa e incanto.

Los Angeles

Il lightscape urbano definisce non solo le nostre città, ma porta con se anche una qualità emozionale, al fine di migliorare la percezione e la lettura delle città in cui viviamo.

California

La visione notturna della città e dell'architettura è entrata nell'esperienza estetica contemporanea come rappresentazione di un mondo altro e come la contemplazione della conquista, attraverso la luce elettrica, del territorio estraneo e minaccioso della notte.

San Francisco

Tramite l'artificio della luce la città aspira a diventare altro da sé in una dimensione che esalta la centralità e la teatralità dello spazio urbano. E' come se ci trovassimo di fronte ad una doppia vita dell'architettura. Afferma Mendelsohn: "Di giorno la città si riempie di energia, di notte emana da sé tutta la vita. Nella trama dei fanali delle automobili, nel richiamo luminoso delle insegne commerciali, nel verticalismo dei grattacieli illuminati. Un carosello di luci, che soltanto molto raramente, come avviene qui, si inserisce nel ritmo dell'architettura". 

New York

Lo stesso entusiasmo per le luci notturne delle città lo ritroviamo in Marinetti, che nel 1927 scrive a Mussolini in tema di luce pubblica: "Non occorre un genio futurista per vedere negli avvisi luminosi le nostre ardenti preghiere serali al sole perché ritorni presto a riscaldare di vita il mondo. Gli avvisi luminosi sono un sano ottimismo inebriante che si oppone ostinatamente alla disperazione del buio. Gli avvisi luminosi sono i fiori eccitanti, i frutti succosi e i putti danzanti della nuova estetica futurista del ferro veloce e dell'audace cemento armato. Sono le nostre costellazioni artificiali figlie della nostra implacabile volontà, agili costellazioni a portata di mano per consolarci di quelle irraggiungibili. ... nella città della luce le case sono incandescenti; gli stessi corpi umani risplendono". Quanto fosse importante la luce per i futuristi lo dimostra il fatto che "elettricismo" era il nome che inizialmente Marinetti pensava di dare al suo movimento.

Milano

Illuminare una città significa garantirle un'identità notturna che si aggiunga a quella architettonica e in essa integrati; significa quindi darle sicurezza, valore, espressività e accoglienza; vuol dire realizzare un light-scape metropolitano talmente vasto e complesso da costituire di fatto un secondo pianeta della vita urbana. 


La progettazione di un sistema d'illuminazione nello spazio urbano è sempre stato ed è tuttora, considerato come un fatto funzionale demandato ad illuminotecnici e ingegneri. La luce ottenuta è quasi sempre una luce di servizio e gli effetti, i tagli più scenografici, che talvolta si ottengono, quasi sempre sono casuali e non fino in fondo voluti. Inoltre l'illuminazione artificiale di una città spesso viene considerata come un evento che ad una data ora della giornata viene messo in funzione e non, invece, come una condizione naturale dell'illuminazione. L'uso della luce può essere, infatti, uno strumento molto suggestivo ed altamente scenografico per disegnare l'ambiente urbano. Fatta salva, sempre, la condizione dei centri storici ove, invece, la funzione della luce si fa senso a linguaggio nella misura in cui recupera e sottolinea le dimensioni storico-artistiche originarie.

Visione notturna di Matera, la "città dei Sassi", spesso denominati con l'appellativo di "presepe vivente" proprio per i tratti caratteristici della città vecchia, ove grazie alle lucine notturne e al restauro conservativo degli ultimi anni, ha potuto mantenere una fisionomia naturale e un paesaggio suggestivo che ricorda appunto, un presepe, circondato dal suo ancestrale paesaggio sostanzialmente fatto di grotte.

Sydney

Sicuramente lo stadio più interessante della luce nella scena metropolitana è il momento di passaggio in cui l'ambiente è disegnato contemporaneamente dalla luce diurna e da quella notturna, cioè lo stadio intermedio delle prime luci dell'alba e del tramonto; uno stadio situato tra l'artificiale e il naturale, uno stadio che può essere progettato creando così delle situazioni magiche, oniriche, anche fantastiche, che possono plasmare l'architettura circostante mediante l'uso di viraggi di colore e di luce, dando vita così ad una scenografia emotiva.

Dubai

Dubai

Dubai

Chi ha detto che il mondo si divide tra luce e tenebre non conosce il piacere del tramonto o dell'alba, zone di passaggio, luci intermedie bellissime perché incerte. 
Una città senza luce perde i propri connotati, la sua struttura regredisce a reticolo labirintico poichè il buio annulla la certezza dello spazio architettonico e urbano.
Così alla "luce" di quanto detto, sappiamo che da alcuni decenni l'uso architettonico dell'illuminazione "artificiale" sta sempre più frequentemente entrando nella pratica progettuale dello spazio urbano. Lo spazio ambientale della città diviene il naturale punto di incontro fra immagine, suono, luce, architettura, racconto e resta sempre uno scenario funzionale sì, ma anche emotivo. Lo spazio urbano è quindi un mixer di emozioni, di sguardi, di gesti, di eventi atmosferici fisici e sensoriali dove la complessità invade tutto, fino all'esterno stellare della città dove ritroviamo le mille anime della metropoli: da quelle storiche ad altre situazioni come le stazioni ferroviarie, i centri commerciali e le metropolitane, facilmente riconoscibili oggi grazie a uno studiato light-scape.

tratto da: 
"Architetture di luce"
Silvio De Ponte


Commenti

Post popolari in questo blog

Sfoderiamo gli sci e i Moon Boot?!

Neve a Cortina d'Ampezzo Dicembre, aprono gli impianti e i rifugi, iniziano le folli sciate e la stagione dello snowboard!!!  Il mio equipaggiamento per eccellenza quando penso ai weekend in montagna sono i miei preziosi Moon Boot rosa! Disponibili ormai in tutte le fogge, copiati e imitati anche da prestigiose case di moda.... ma quando sono nati effettivamente i Moon Boot?! Doposci Moon Boot Ambrosiano e Giancarlo Zanatta Rivestimento esterno in nylon impermeabile, gommapiuma come isolante termico, suola ovale e antiscivolo. 1970: in Italia, i fratelli Zanatta a capo di un'azienda di scarponi da sci lanciano una calzatura informale e da riposo. Ispirati all'abbigliamento degli astronauti sbarcati sulla luna nell'estate del 1969, i Moon Boot sono allo stesso tempo un'intuizione tecnica e imprenditoriale, quanto un fenomeno di moda e di costume. Interpreti perfetti di un turismo invernale divenuto fenomeno di massa, i Moon Boot sono semplici,

Un tuffo nel mar dei Caraibi con LIGNE ST BARTH!

Proprio perché fuori fa freddissimo oggi ho voglia di parlarvi di una linea di prodotti eccezionali che ci trasportano automaticamente in posti caldi e paradisiaci: i Caraibi.  Si tratta dell'azienda francesce LIGNE ST BARTH.  Formule innovative e una continua ricerca di nuovi ingredienti di origine naturale caratterizzano l'attività dell'azienda che da vita a prodotti dai profumi incantevoli: olio di Avocado per corpo e capelli, olio di Cocco, Gel dopo sole all'Aloe Vera alla Menta, linea completa di solari, linea uomo, linea spa e ancora crema doccia esfoliante alla Papaia, latte detergente ai Fiori di Frangipane, tonico al Melone, esfoliante viso alla Papaia, maschere viso, crema al burro di Mango, gel doccia, shampoo e deliziose fragranze corpo. Le sostanze di sintesi sono utilizzate sporadicamente, soltanto quando non esiste alcuna alternativa naturale, al fine di fornire prodotti stabili e sicuri. Le materie prime vengono selezionate in base a precisi

Coconut Lover!? Presente!

Io adoro il COCCO , che oltre ad essere un frutto tropicale, è un alimento con un certo valore nutritivo. Oggi vi svelo qualche curiosità su questo frutto che troverete interessanti se come me siete Cocco Lovers! Il 'cocco ' così come noi lo conosciamo. La noce di cocco è il frutto della palma Cocos nucifera , unica nel suo genere: è una palma alta e snella che può raggiungere i 20-30 metri di altezza. Le sue foglie misurano circa 5 metri. Le foglie vecchie tendono a staccarsi naturalmente lasciando il tronco pulito (utile per gli agricoltori indigeni che salgono sui tronchi per raccogliere i frutti). La 'Coconut Palm' riesce a crescere in terreni anche molto poveri e sabbiosi, ma in un terreno fertile la resa è migliore e la pianta potrebbe produrre fino a 60-70 frutti (o noci) all'anno. Una palma da cocco può diffondere i suoi semi anche a migliaia di chilometri di distanza, grazie alle correnti marine che trasportano il frutto. Grazie anch