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Esistono circa 50 specie differenti di fiori eduli, o commestibili.......


....alcuni senza saperlo li consumiamo già (è il caso di carciofi, fiori di zucca, cavolfiori e zafferano). Altri, invece, siamo più propensi ad immaginarli in un giardino o all’interno di un vaso. Dal punto di vista nutrizionale, i fiori eduli sono poverissimi di grassi e ricchi di sostanze nutritive come minerali, proteine e vitamine (A e C). In particolare le viole, i crisantemi e i garofani sono particolarmente ricchi di potassio. I criteri di valutazione principali per i fiori commestibili riguardano le loro caratteristiche sensoriali, ossia l’aspetto, la forma, il colore e, soprattutto il sapore e l’aroma. Inoltre, hanno un elevato quantitativo di antiossidanti dovuti al contenuto di flavonoidi e carotenoidi che ne determinano il colore. Malgrado ciò, non bisogna abusarne perché potrebbero scatenare una reazione allergica, soprattutto nei soggetti più sensibili e vulnerabili. Non bisogna, inoltre, commettere l’errore di credere che tutti i fiori siano ugualmente buoni da mangiare: oltre a non essere commestibili, alcune varietà sono, infatti, anche velenose.
I fiori trovano un classico impiego negli sciroppi o nei liquori, dove ad esempio vengono utilizzate le rose, le violette (Viola odorata), il papavero selvatico. Anche nelle tisane si trovano spesso i fiori essiccati di molte piante, dalla malva al tiglio, dalla violetta al girasole. Sui fornelli, invece, si possono utilizzare in insalate, nelle zuppe, abbinati ai primi piatti, alla carne e altro ancora. Oltre a dare un tocco di colore al piatto molti hanno proprietà importanti per il nostro benessere. In realtà questa nuova tendenza gastronomica, non è assolutamente innovativa; già in epoca romana ci sono testimonianze dove i petali dei fiori gialli e rosa erano inseriti in alcune preparazioni prelibate.
Dipartimenti di Biologia dell'Università di Roma Tor Vergata.
Oggi è di gran moda utilizzare i fiori per la decorazione di tanti piatti, specie nel mondo dell'alta ristorazione, ma è nel 1990, che due chef francesi a tre stelle, Michel Bras e Marc Veyrat, iniziarono la sperimentazione con i fiori nella loro cucina, come espressione della propria filosofia culinaria di impegnarsi con la natura. 
Andoni non pensa che i fiori in cucina siano una moda passeggera. "Io non metto fiori in tutti i miei piatti, li uso per comunicare qualcosa, i fiori hanno oli essenziali, mi piace aggiungerli alla fine, ponendo l'accento sul piatto. I fiori grandi invece possono essere farciti o cotti, mentre i più piccoli sono più delicati e si sciolgono in bocca. "
Andoni Luis Aduriz
"Al giorno d’oggi, il mondo offre moltissime fonti di ispirazione, ma la mia più travolgente musa è dentro di me. Sono un grande osservatore, guardo profondamente i paesaggi che mi circondano, cercando di ricavarne la base su cui costruire le mie idee. È custodito tutto qui il segreto, il frutto della mia esperienza, di quello che ho fatto e di quello che ho imparato a fare."
Quique Dacosta
"Bosque Animado"
Quique Dacosta


Quique Dacosta Restaurante
Urb. El Poblet, Ctra. Las Marinas, km 3, 03700 Dénia, 
Alicante, Spagna


Così in risposta alla crescente domanda di fiori da ristoratori, sono sorte varie aziende. Quello che producono sono i risultati di anni di ricerca di prodotti e metodi di coltivazione, fiori e piante autoctone e antiche provenienti da tutto il mondo, utilizzando però metodi agricoli sostenibili sia per la coltivazione di piante ancora sconosciute in cucina, sia per il loro adattamento al clima attuale.
Consigli per l’uso:
Non è difficile trovarli all’interno di comuni supermercati nel banco frigo. Sono coltivati a scopo alimentare, senza l’utilizzo di sostanze chimiche e pesticidi, lontano da smog e traffico cittadino.
In alternativa, è possibile acquistarli anche online, sui siti internet specializzati nella vendita di fiori eduli.
www.linsalatadellorto.it


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