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Un artista frutto di una cultura locale, che inizia a 13 anni come garzone nelle botteghe dei lapicidi più aggiornati di Vicenza, parlando forse soltanto in dialetto, che ha varcato i confini della Serenissima solo per recarsi a Roma, ma la cui architettura ha avuto un'eco mondiale, ha cambiato il volto dell'Europa, ha varcato l'oceano, ha originato icone come la Casa Bianca americana, si è diffusa in Australia come in India: parliamo di Andrea Palladio, che si autodefiniva con modestia "dotato di una naturale inclinazione". Nato nel 1508 a Padova e trasferitosi nel 1523 a Vicenza in un ambiente che vede passare architetti - artisti come Giulio Romano e Michele Sanmicheli, dove vive un'aristocrazia particolarmente dinamica e culturalmente aperta. Un giovane che ebbe la fortuna di incontrare in Giangiorgio Trissino, l'umanista illuminato dagli interessi poliedrici, il suo mentore. Con lui andò a Roma e da lui probabilmente ebbe il soprannome di Palladio, da Pallade Atena, dea della conoscenza. Un uomo la cui vita è stata dedicata all'arte del costruire: sono 80 i suoi progetti maggiori e identificabili, ovvero 16 palazzi cittadini, 30 ville, 4 edifici pubblici, 3 teatri, 5 ponti, 15 edifici religiosi.

White House

Palladio è stato per generazioni un maestro con un'influenza, diremmo oggi, globale. Il palladianesimo diffuso da Inigo Jones in Gran Bretagna portò al progetto di Chiswick House (1724), villa di Lord Burlington con tanto di cupola ispirata alla Rotonda. Oltreoceano, esempi famosi sono la villa di Monticello (1768-1770) di Thomas Jefferson e, naturalmente, la Casa Bianca, inaugurata nel 1800. In Russia, suo grande testimone fu Giacomo Quarenghi (1774-1817), al servizio della zarina Caterina. 

Villa di Monticello, Virginia - USA



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