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Come molti oggetti che hanno saputo conquistarsi lo status di icona, anche i jeans godono di un'origine ammantata da un'aura di leggenda. La scena è quella della corsa all'oro californiana, iniziata nel 1850. Tra i molti giunti in quel periodo a San Francisco, anche il giovane sarto di origine tedesca Levi Strauss. Con sé porta grandi rotoli di tela pesante, destinati a confezionare tende e tendoni per carri. La leggenda narra che il giovane, resosi conto della necessità dei cercatori di abiti robusti, decise di realizzare con quella tela nuovi pantaloni comodi e solidi. Più probabilmente, i meriti del giovane si limitarono ad aggiornare un modello già ben conosciuto e a utilizzare la celebre stoffa di denim blu.
Il blue jeans vero e proprio non vedrà la luce però prima del 1873, quando il modello si completò con l'intuizione di Jacob Davi's, che ebbe l'idea di aggiungere ai calzoni di Levi Strauss rivetti e bottoni metallici per irrobustirne tasche e chiusure. Raggiunto un accordo con Davi's e brevettata l'idea, Levi Strauss formalizzò il celebre modello 501, la cui fama, dice la leggenda, crebbe grazie a un'esibizione di robustezza che vide i pantaloni resistere alla forza di due cavalli da tiro.
Abito da lavoro ma anche perfetta rappresentazione della vita intesa come sfida e avventura, il jeans ha saputo dar forma nel tempo allo spirito individualista e ribelle dei giovani americani, dal Selvaggio di Marlon Brando agli hippy californiani, fino a diventare divisa universale dell'informale tempo libero.

(tratto da Grande Atlante del Design - Electa)

Il celebre marchio Levi's con i due cavalli usato per la prima volta nel 1886


I blue jeans devono il loro nome a un particolare tessuto usato dai marinai genovesi (jeans da Genova, Génes in francese) tinto con il pigmento indaco prodotto in Provenza nella zona di Nimes (denim, de Nimes in francese). La stoffa inconfondibile, i riconoscibilissimi dettagli tecnici e la sapiente aggiunta di alcuni interventi decorativi (cuciture, targhette, etichette) fanno del jeans Levi's il primo autentico marchio nella storia dell'abbigliamento; in particolare il dettaglio della tasca posteriore, grazie al disegno delle due cuciture, li rese immediatamente riconoscibili. 

E’ la prima campagna globale della storia Levi’s e rappresenta il più grande programma di marketing realizzato dal brand. Protagonista di questo lancio è il Levi’s 501. La campagna ‘501 Live Unbuttoned’, viene lanciata in tutta Europa il 15 settembre e si sviluppa su tutti i media: dalla TV alla stampa periodica maschile, dalle alle affissioni al web, alle vetrine degli store. 501® “Live Unbuttoned” è il claim della campagna che si ispira ai valori di anticonformismo e di self-expression che il 501 jeans incarna e che allo stesso tempo gioca sul significato della tipica chiusura button-fly. Il gesto di sbottonare il Levi’s 501 jeans diviene un simbolo per esprimere se stessi e rivelarsi con autenticità. Su questa linea gli spot TV - ‘First Time’ e ‘Secrets & Lies’ – ideati dall’agenzia BBH, raccontano la storia di personaggi che “sbottonano” se stessi sbottonando i loro 501. La programmazione televisiva è accompagnata, in stampa e affissione, da una campagna realizzata dal fotografo newyorchese David Vasiljevic con l’intervento di Nicola Formichetti, fashion director italo-nipponico. Il nuovo volto della campagna è il “sexy boy” Josh Beech, solista ventiduenne della rock band alternativa Snish. Contemporaneamente viene lanciato a livello globale il sito web www.501.com, cuore di una campagna digitale che presenta giovani artisti e personaggi emergenti di tutto il mondo e in ogni categoria. 





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