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Milano by night

Le città - e quelle più grandi in particolare - sono spazi densi non solo per quanto riguarda la popolazione,ma anche per l'accumulo di beni culturali, di capitale cognitivo, sociale ed istituzionale, sono quelli dove le interazioni socioculturali hanno la massima intensità; sono grandi concentrazioni di capitale fisso, di infrastrutture materiali e di servizio, sono gli spazi della varietà sociale e culturale. Ogni città è un pezzo di territorio unico perchè specifico, non fungibile, nè delocalizzabile, mentre invece è plurimo il modo con cui esso è percepito, rappresentato, valutato, fruito e vissuto dai vari soggetti. Tuttavia è in esso e per mezzo di esso che deve operare la varietà eterogenea e composita delle organizzazioni e delle popolazioni urbane nel perseguire molti dei loro diversi e spesso confliggenti obiettivi. (...) La popolazione urbana è sempre più composta da non residenti: pendolari, utenti della città, frequentatori per motivi professionali e per affari. Nel 1938 Louis Wirth scrisse un famoso saggio definendo in modo molto elegante le caratteristiche del fenomeno urbano con tre semplici variabili: size (dimensione), density (densità) and heterogeneity (eterogeneità). 
(...) A Milano molte ricerche convergono nel riconoscere la capacità del tessuto economico urbano, anche nel corso degli anni Duemila, di posizionarsi su alcune filiere innovative (la salute e le tecnologie ad esse connesse, le ICT e in particolare i media, oltre che le tradizionali filiere della moda e del design). Secondo dati della Camera di commercio del 2007 a Milano le imprese dei settori creativi sono oltre 55 mila, il 17% del totale delle aziende milanesi e il 12% del totale delle aziende dei settori creativi attive in Italia. 
(...) Novità rilevante e controversa nel panorama locale è il conseguimento, a Milano, dell'Expo 2015 sul tema "Nutrire il pianeta, energie per la vita". La vittoria della competizione con Smirne, e le speranze riposte da alcuni attori sulla possibilità di interpretare l'Expo come un'occasione straordinaria di discussione sul futuro della città si sono infranti sui conflitti tra interessi e lobby che hanno paralizzato l'avvio del progetto e la costituzione della società di gestione, rischiando di ridurre l'Expo 2015 a un banale evento fieristico che permetterà alla sua conclusione di realizzare una operazione immobiliare di dubbia significatività. 
Alla città sono sempre stati associati stati di benessere, come la qualità della vita, le opportunità, la partecipazione sociale. Sembra tuttavia che tra gli abitanti della città, ci sia una domanda prevalente di verde, di sicurezza, di mobilità sostenibile, di cultura accessibile, di abitazioni a prezzi abbordabili. 
Ma questo equilibrio tra aspirazioni private e benessere pubblico lo si persegue solo nei centri minori.

Tratto da "Le grandi città italiane. Società e territori da ricomporre" a cura di Giuseppe Dematteis 

(analizza anche in maniera interessata e ben dettagliata la crisi dovuta alla bolla speculativa americana che ha portato alla crisi mondiale esplosa nel 2009, con le disastrose conseguenze che conosciamo tutti....).

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