Passa ai contenuti principali

Stream of consciousness ...

Bruno Munari sosteneva che conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sè per tutta la vita, vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare.


E' proprio con questo spirito curioso e decisamente anticonformista che scelgo cosa pubblicare sul mio blog in ogni post, con la speranza che chi mi legge, possa trarre piacere dallo scoprire a sua volta qualcosa che ignorava ma che per qualche ragione reputa, come me, interessante. 
Mi è sempre piaciuto andare a fondo delle cose, e sono convinta anch'io che nell'era digitale l'ignoranza resta una scelta, avendo a disposizione in ogni istante internet che ingloba tante enciclopedie in un certo senso. Naturalmente non per questa si deve avere la pretesa che tutti sappiano tutto o che si appassionino alle stesse cose, per fortuna così non è e se così fosse il mondo sarebbe un posto alquanto noioso...

Tra gli argomenti di cui più mi piace parlare rientra a pieno titolo, insieme al design e all'arte, il mondo del cibo e del vino: si, mi ritengo una foodlover! Cosa significherà mai essere un food lover? Credo personalmente che tutti i food lover siano innanzitutto uniti da un sincero amore verso il cibo, unito magari ad un approccio intellettuale per valorizzare ogni ingrediente o piatto, nuovo o tradizionale che sia, che si scoprirà durante quell'affascinante percorso che si chiama vita. Il cibo si sa, unisce e ogni esperienza culinaria è una sicura occasione di piacere, oltre che un momento di arricchimento culturale.
Tanti, tantissimi i siti, i blog, le personalità che ruotano intorno al cibo e che del comunicare con passione il suo universo ne han fatto una ragione d'essere.
L'Italia vanta da sempre un territorio eno-gastronomico che offre prodotti di eccellenza, quindi non è un caso che è proprio dall'Italia che sono nate realtà come Eataly (il più grande obiettivo di Eataly è dimostrare come prodotti di alta qualità possano essere a disposizione di tutti a prezzi sostenibili) e la Fondazione Slow Food, orgoglio italiano divenuta realtà internazionale. Tutti sanno ormai che gli chef sono considerate delle vere e proprie star e tante persone sono orientate a uno stile di vita migliore e consapevole, grazie all'attenzione e alla sensibilità sempre crescente verso il cibo biologico e i regimi alimentari vegetariani e vegani. 



Auguro quindi a tutti di mantenere viva quell'attenzione e curiosità verso il nuovo e verso il diverso tutti i giorni, con quell'assenza di pregiudizio indispensabile per godersi il viaggio!

Vi segnalo un food magazine super interessante creato nel 2013 da Martina Liverani: Dispensa. 
Dispensa è un semestrale indipendente da collezionare, di carta (carta prodotta con gli scarti del cibo), come presenta la fondatrice stessa: "da leggere con calma, da sfogliare ascoltandone il fruscìo, fatto di storie e senza pagine pubblicitarie, raccontate con un registro doppio di parole e d'immagini, di Generi umani e di Generi alimentari, come recita la testata".
"Ogni numero affronta un tema diverso e contiene ispirazioni, itinerari, racconti, prodotti, persone. Dispensa guarda il mondo con gli occhi del cibo e lo racconta con stile unico e originale. Un progetto ambizioso e controcorrente che, nell'epoca del digitale, vuole recuperare, grazie alla bellezza tattile ed estetica di un prodotto editoriale antico, il tempo giusto da dedicare alle cose belle."












Commenti

Post popolari in questo blog

Coconut Lover!? Presente!

Io adoro il COCCO , che oltre ad essere un frutto tropicale, è un alimento con un certo valore nutritivo. Oggi vi svelo qualche curiosità su questo frutto che troverete interessanti se come me siete Cocco Lovers! Il 'cocco ' così come noi lo conosciamo. La noce di cocco è il frutto della palma Cocos nucifera , unica nel suo genere: è una palma alta e snella che può raggiungere i 20-30 metri di altezza. Le sue foglie misurano circa 5 metri. Le foglie vecchie tendono a staccarsi naturalmente lasciando il tronco pulito (utile per gli agricoltori indigeni che salgono sui tronchi per raccogliere i frutti). La 'Coconut Palm' riesce a crescere in terreni anche molto poveri e sabbiosi, ma in un terreno fertile la resa è migliore e la pianta potrebbe produrre fino a 60-70 frutti (o noci) all'anno. Una palma da cocco può diffondere i suoi semi anche a migliaia di chilometri di distanza, grazie alle correnti marine che trasportano il frutto. Grazie anch...

I LOVE NY

Il font del logo è l'American Typewriter disegnato da Joel Kaden e Tony Stan nel 1974. In principio fu una t-shirt, il resto è storia. Parliamo del celeberrimo logo I Love New York con la metafora semiotica cuore/love, abilmente sfruttata dal marchio ed entrata nel linguaggio comune. "I LOVE NY" fu commissionato dal Dipartimento del Commercio di New York nel 1976 in occasione di un concorso pubblicitario bandito per lo sviluppo turistico dello stato di New York e non solo della città, come molti pensano. Fu il designer e illustratore newyorkese Milton Glaser, classe 1939, l'inventore del celebre logo. La Direzione governativa è riuscita, con questa campagna, a promuovere il riscatto di una città che all'epoca era in forte decadenza. Un trionfo senza precedenti, tanto che oggi il marchio è considerato l'archètipo dell'identità per il marketing urbano e per il branding di città e istituzioni pubbliche. Da qui le numerosissime declinazioni oggi evide...

Sfoderiamo gli sci e i Moon Boot?!

Neve a Cortina d'Ampezzo Dicembre, aprono gli impianti e i rifugi, iniziano le folli sciate e la stagione dello snowboard!!!  Il mio equipaggiamento per eccellenza quando penso ai weekend in montagna sono i miei preziosi Moon Boot rosa! Disponibili ormai in tutte le fogge, copiati e imitati anche da prestigiose case di moda.... ma quando sono nati effettivamente i Moon Boot?! Doposci Moon Boot Ambrosiano e Giancarlo Zanatta Rivestimento esterno in nylon impermeabile, gommapiuma come isolante termico, suola ovale e antiscivolo. 1970: in Italia, i fratelli Zanatta a capo di un'azienda di scarponi da sci lanciano una calzatura informale e da riposo. Ispirati all'abbigliamento degli astronauti sbarcati sulla luna nell'estate del 1969, i Moon Boot sono allo stesso tempo un'intuizione tecnica e imprenditoriale, quanto un fenomeno di moda e di costume. Interpreti perfetti di un turismo invernale divenuto fenomeno di massa, i Moon Boot sono semplici, ...