Passa ai contenuti principali

Eco-building in NY City!

A New York i due terzi dell'emissione di carbonio sono causati dal consumo energetico degli immobili: unità abitative, edifici commerciali, grattacieli. Per questo motivo ormai sempre più archistar sono sempre più coinvolti nella realizzazione di eco-edifici, che vantano soluzioni impiantistiche all'avanguardia riguardo la sostenibilità ambientale, il risparmio energetico e l'utilizzo di fonti rinnovabili (tra cui l'energia solare e il sistema di climatizzazione geotermica). Il green building quindi rappresenta il modello d'abitazione del futuro perché riduce il consumo d'energia, abbassa i costi e offre un design innovativo. Gli edifici ecologici pertanto si fanno notare per il design all'avanguardia ormai e riescono ad integrarsi perfettamente anche nei quartieri storici, caratterizzati dalle classiche palazzine brownstone. 


Un esempio è la Hearst Tower, progettata da Norman Foster nel 2006 e sede dell'omonima casa editrice, a Manhattan (nel 2012 ha celebrato i 125 anni e parliamo di una delle più importanti e diversificate aziende media degli Stati Uniti; fra le sue principali attività, la proprietà di diversi quotidiani e settimanali, fra cui San Francisco Chronicle, 300 magazines in tutto il mondo, fra cui Cosmopolitan, ELLE, Harper's Bazaar, Car & Driver, 30 stazioni televisive, digital services businesses e altro).


Completamente in acciaio e vetro, questo grattacielo disegna un modulo a diamante e la sua peculiarità è che sorge proprio sul vecchio edificio: la torre di 26 piani infatti si è sviluppata sull'edificio originale Art Déco del 1928, che le fa da base proprio come aveva ipotizzato William Randolph Hearst, fondatore del gruppo.






Vincitrice dell'International Highrise Award 2008 assegnato alle architetture d'avanguardia, è il primo building commerciale ecologico della città. La struttura infatti, che disegna un modulo a diamante, è stata realizzata al 90% con materiali riciclati dalla demolizione della costruzione originaria e lascia gli interni liberi da colonne o pareti, creando così meravigliosi punti di vista sulla città. Di notte, quando le luci si rifrangono sulle sue vetrate, sembra un gioiello dalle mille sfaccettature.


Commenti

Post popolari in questo blog

Coconut Lover!? Presente!

Io adoro il COCCO , che oltre ad essere un frutto tropicale, è un alimento con un certo valore nutritivo. Oggi vi svelo qualche curiosità su questo frutto che troverete interessanti se come me siete Cocco Lovers! Il 'cocco ' così come noi lo conosciamo. La noce di cocco è il frutto della palma Cocos nucifera , unica nel suo genere: è una palma alta e snella che può raggiungere i 20-30 metri di altezza. Le sue foglie misurano circa 5 metri. Le foglie vecchie tendono a staccarsi naturalmente lasciando il tronco pulito (utile per gli agricoltori indigeni che salgono sui tronchi per raccogliere i frutti). La 'Coconut Palm' riesce a crescere in terreni anche molto poveri e sabbiosi, ma in un terreno fertile la resa è migliore e la pianta potrebbe produrre fino a 60-70 frutti (o noci) all'anno. Una palma da cocco può diffondere i suoi semi anche a migliaia di chilometri di distanza, grazie alle correnti marine che trasportano il frutto. Grazie anch...

I LOVE NY

Il font del logo è l'American Typewriter disegnato da Joel Kaden e Tony Stan nel 1974. In principio fu una t-shirt, il resto è storia. Parliamo del celeberrimo logo I Love New York con la metafora semiotica cuore/love, abilmente sfruttata dal marchio ed entrata nel linguaggio comune. "I LOVE NY" fu commissionato dal Dipartimento del Commercio di New York nel 1976 in occasione di un concorso pubblicitario bandito per lo sviluppo turistico dello stato di New York e non solo della città, come molti pensano. Fu il designer e illustratore newyorkese Milton Glaser, classe 1939, l'inventore del celebre logo. La Direzione governativa è riuscita, con questa campagna, a promuovere il riscatto di una città che all'epoca era in forte decadenza. Un trionfo senza precedenti, tanto che oggi il marchio è considerato l'archètipo dell'identità per il marketing urbano e per il branding di città e istituzioni pubbliche. Da qui le numerosissime declinazioni oggi evide...

Sfoderiamo gli sci e i Moon Boot?!

Neve a Cortina d'Ampezzo Dicembre, aprono gli impianti e i rifugi, iniziano le folli sciate e la stagione dello snowboard!!!  Il mio equipaggiamento per eccellenza quando penso ai weekend in montagna sono i miei preziosi Moon Boot rosa! Disponibili ormai in tutte le fogge, copiati e imitati anche da prestigiose case di moda.... ma quando sono nati effettivamente i Moon Boot?! Doposci Moon Boot Ambrosiano e Giancarlo Zanatta Rivestimento esterno in nylon impermeabile, gommapiuma come isolante termico, suola ovale e antiscivolo. 1970: in Italia, i fratelli Zanatta a capo di un'azienda di scarponi da sci lanciano una calzatura informale e da riposo. Ispirati all'abbigliamento degli astronauti sbarcati sulla luna nell'estate del 1969, i Moon Boot sono allo stesso tempo un'intuizione tecnica e imprenditoriale, quanto un fenomeno di moda e di costume. Interpreti perfetti di un turismo invernale divenuto fenomeno di massa, i Moon Boot sono semplici, ...