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Sette componenti in tutto: due metallici nella zona tecnica di scrittura (sfera in carburo di tungsteno e supporto in ottone); cinque in tre diversi tipi di materiale plastico (acetato, polipropilene, polistirene) per serbatoio, corpo e cappuccio.  




Parliamo della famosissima penna a sfera Bic Cristal, inventata nel 1938 dal giornalista ungherese Birò. Colpito dalla qualità dell'inchiostro tipografico (che asciuga rapidamente, non sbava ma è troppo denso per fluire attraverso un pennino) Birò ebbe l'idea di utilizzare una piccola sfera che ruotando sulla carta distribuisse la giusta quantità d'inchiostro. Sviluppata l'idea con il fratello George, la penna ebbe un certo successo fino ad essere apprezzata nell'ambiente delle aviazioni militari, poiché non subiva conseguenze in ambienti privi di pressurizzazione.
Chi però trasformò la penna a sfera da oggetto tecnico e costoso in un accessorio individuale fu nel 1950 il francese Marcel Bich, esperto nelle lavorazioni delle materie plastiche.


Disponibile in 4 colorazioni d'inchiostro, riconoscibili dal colore coordinato del cappuccio, la penna Bic è oggi semplice, economica, leggera e ha permesso di assimilare la scrittura a un gesto di naturale funzionalità. Il suo bassissimo prezzo ne ha fatto però anche il prototipo di tutti gli oggetti "usa e getta": destinata a essere immancabilmente smarrita, dimenticata, nevroticamente mangiucchiata o semplicemente trasformata in una rudimentale cerbottana molto prima di aver esaurito la scorta d'inchiostro del refill, la Bic in plastica trasparente ben dimostra come l'illusione dell'abbondanza possa di fatto giustificare il disprezzo degli oggetti.

Tratto dal "Grande Atlante del Design" - dal 1850 ad oggi (Electa)

Curiosità:
Da principio la penna non si vendeva: il prezzo così basso non la rendeva oggetto di culto e perciò non riusciva a scalfire il mercato della stilografica, i rivenditori avevano un misero guadagno e quindi non spingevano il prodotto, persino le maestre fecero ostruzionismo: dicevano, con ragione, che disabituava alla bella scrittura. Infatti con l’avvento della Bic sparì la calligrafia.
Tre furono le caratteristiche vincenti: la possibilità di scrivere con qualsiasi inclinazione (fu testata dagli astronauti in assenza di gravità), il modello cristal che consentiva al possessore della biro di sapere a che punto era la carica di inchiostro e la forma esagonale, che permetteva alla penna di rimanere ferma anche sui piani inclinati. Non ancora pago del successo della Bic, e per evitare ingerenze da parte della concorrenza, Marcel Bic, nel 1957, acquistò l’inglese Biro-Swan e il 60% dell’americana Waterman. Aveva consolidato un impero. Dalla penna usa e getta, al rasoio, all’accendino il passo fu breve.  A nessuno sfuggì l’importanza di questi oggetti che cambiavano in modo radicale la gestualità quotidiana di tutti gli abitanti della terra, men che meno al Barone Bich. 

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