Talmente tanto pubblico da spingere la direzione del Centre Pompidou a prolungare l'orario di apertura fino alle 23. Autore di tale movimento di masse è lo statunitense Roy Lichtenstein che conferma, nel modo più appariscente, di essere tra gli artisti più popolari della seconda metà del Novecento. Dal giorno della sua apertura la mostra parigina di Lichtenstein (ultimo giorno è stato il 4 novembre) ha ospitato più di 5.000 visitatori al giorno, spesso contrariati per gli orari troppo restrittivi del museo.
Nato a New York il 27 ottobre 1923 e venuto a mancare nella stessa metropoli il 29 settembre 1997, Lichtenstein, con le sue tele di grandi dimensioni caratterizzate da tratti e colori assolutamente riconoscibili, è considerato tra i più importanti esponenti della pop art. Questo nonostante nel gennaio 1964 la rivista Life lo avesse definito come il "peggior artista degli Usa", vista la sua estetica decisamente in contrasto con l'allora dominante pittura espressionista astratta. Il pittore, in realtà, all'epoca aveva dichiarato che la sua intenzione era di fare un'arte talmente poco appetibile che nessuno avrebbe voluto comprarla. "La sola cosa che tutti odiavano - disse - era l'arte commerciale e di qui bisognava incominciare ma, evidentemente, non l'avevano odiata abbastanza". E' del 1951 la sua prima personale alla Carlebach gallery di New York, mentre nel 1956 realizza la litografia Ten dollar bill che con il suo soggetto smaccatamente quotidiano, una banconota, anticipa alcune tematiche care alla corrente artistica guidata da Andy Warhol. Dai primissimi anni Sessanta l'artista, con un passato di tecnico nell'esercito durante la seconda guerra mondiale e un presente da insegnante di arte e designer, inizia a inserire in modo continuo nei suoi lavori elementi tipici del mondo pubblicitario e dei fumetti e a utilizzare il puntinato Benday che presto diventerà una sua firma inconfondibile.
La tecnica è il risultato di un processo di stampa che combina due, o più, diversi piccoli punti colorati per ottenere un terzo colore. In passato i fumetto poco costosi usavano proprio questi punti nei colori primari per creare in modo economico quelli secondari come il color carne. Anche per questo, il parallelo tra Lichtenstein e il mondo dei fumetti è stato immediato e i suoi soggetti, che fossero donne bionde dai rossetti sgargianti o macchine fantomatiche e velocissime, sembravano sempre usciti da una tavola di vignette fuori formato. Nonostante questo Dorothy, seconda moglie del pittore, anni dopo dichiarò che il marito non amava affatto la nona arte. Non solo: l'artista non gradiva, sempre secondo Dorothy, neanche l'etichetta pop art ma in seguito l'aveva accettata perchè non dava troppa importanza alla fama, al contrario del suo "collega", più appariscente e festaiolo, che profetizzava l'agognata ribalta dei quindici minuti di fama per tutti. In realtà a partire dal 1957, dopo essere stato assunto come professore alla New York state university, Lichtenstein inserisce nei suoi quadri personaggi dei fumetti o dei cartoni animati come Topolino e Bugs Bunny. Nel 1966 tiene una retrospettiva al Museum of modern art di Cleveland e partecipa alla Biennale di Venezia, dove è presente anche nel 1968 e nel 1970. Accanto alla sua produzione più mainstream, lo statunitense dà vita a una serie di multipli tra cui il più bizzarro e originale è sicuramente una bottiglia di champagne Taittinger, con la sua scatola da collezione del 1985 al costo di 170 euro. Un prezzo irrisorio se confrontato con i 145mila dollari che servono per accaparrarsi una copia firmata, tra le duecento, di Sweet dreams baby! del 1965.
Senza arrivare a questi estremi, la media del costo di un multiplo dell'artista oscilla intorno ai 30mila dollari. L'opera Crak! datata 1964 che raffigura un'agguerrita ragazza con tanto di basco rosso che impugna il fucile e spara viene venduta, infatti, come litografia in trecento esemplari con un costo che oscilla tra i 20 e i 50mila dollari. E ancora, una colorata visione frontale dello Studio ovale, realizzata in un recente 1992, viene valutata tra i 30 e i 40mila dollari.
articolo tratto da "Sofa" - quadrimestrale sull'Arte.
Ten dollar bill
Roy Lichtenstein
Nato a New York il 27 ottobre 1923 e venuto a mancare nella stessa metropoli il 29 settembre 1997, Lichtenstein, con le sue tele di grandi dimensioni caratterizzate da tratti e colori assolutamente riconoscibili, è considerato tra i più importanti esponenti della pop art. Questo nonostante nel gennaio 1964 la rivista Life lo avesse definito come il "peggior artista degli Usa", vista la sua estetica decisamente in contrasto con l'allora dominante pittura espressionista astratta. Il pittore, in realtà, all'epoca aveva dichiarato che la sua intenzione era di fare un'arte talmente poco appetibile che nessuno avrebbe voluto comprarla. "La sola cosa che tutti odiavano - disse - era l'arte commerciale e di qui bisognava incominciare ma, evidentemente, non l'avevano odiata abbastanza". E' del 1951 la sua prima personale alla Carlebach gallery di New York, mentre nel 1956 realizza la litografia Ten dollar bill che con il suo soggetto smaccatamente quotidiano, una banconota, anticipa alcune tematiche care alla corrente artistica guidata da Andy Warhol. Dai primissimi anni Sessanta l'artista, con un passato di tecnico nell'esercito durante la seconda guerra mondiale e un presente da insegnante di arte e designer, inizia a inserire in modo continuo nei suoi lavori elementi tipici del mondo pubblicitario e dei fumetti e a utilizzare il puntinato Benday che presto diventerà una sua firma inconfondibile.
The One in Front of the Gun Lives Forever
Roy Lichtenstein
La tecnica è il risultato di un processo di stampa che combina due, o più, diversi piccoli punti colorati per ottenere un terzo colore. In passato i fumetto poco costosi usavano proprio questi punti nei colori primari per creare in modo economico quelli secondari come il color carne. Anche per questo, il parallelo tra Lichtenstein e il mondo dei fumetti è stato immediato e i suoi soggetti, che fossero donne bionde dai rossetti sgargianti o macchine fantomatiche e velocissime, sembravano sempre usciti da una tavola di vignette fuori formato. Nonostante questo Dorothy, seconda moglie del pittore, anni dopo dichiarò che il marito non amava affatto la nona arte. Non solo: l'artista non gradiva, sempre secondo Dorothy, neanche l'etichetta pop art ma in seguito l'aveva accettata perchè non dava troppa importanza alla fama, al contrario del suo "collega", più appariscente e festaiolo, che profetizzava l'agognata ribalta dei quindici minuti di fama per tutti. In realtà a partire dal 1957, dopo essere stato assunto come professore alla New York state university, Lichtenstein inserisce nei suoi quadri personaggi dei fumetti o dei cartoni animati come Topolino e Bugs Bunny. Nel 1966 tiene una retrospettiva al Museum of modern art di Cleveland e partecipa alla Biennale di Venezia, dove è presente anche nel 1968 e nel 1970. Accanto alla sua produzione più mainstream, lo statunitense dà vita a una serie di multipli tra cui il più bizzarro e originale è sicuramente una bottiglia di champagne Taittinger, con la sua scatola da collezione del 1985 al costo di 170 euro. Un prezzo irrisorio se confrontato con i 145mila dollari che servono per accaparrarsi una copia firmata, tra le duecento, di Sweet dreams baby! del 1965.
Sweet dreams baby!
Roy Lichtenstein
1965
Champagne Taittinger
Ed. Limitata
170,00€
Senza arrivare a questi estremi, la media del costo di un multiplo dell'artista oscilla intorno ai 30mila dollari. L'opera Crak! datata 1964 che raffigura un'agguerrita ragazza con tanto di basco rosso che impugna il fucile e spara viene venduta, infatti, come litografia in trecento esemplari con un costo che oscilla tra i 20 e i 50mila dollari. E ancora, una colorata visione frontale dello Studio ovale, realizzata in un recente 1992, viene valutata tra i 30 e i 40mila dollari.
Roy Lichtenstein by Dennis Hopper
articolo tratto da "Sofa" - quadrimestrale sull'Arte.
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