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La storia del PROFUMO, traccia il solco della civiltà, alla stessa stregua dell'arte, della letteratura, della religione, della scienza. Una storia legata ai riti sacri, innanzitutto. A quando aromi come l'incenso venivano bruciati in onore degli dei per assicurarsene la benevolenza e scongiurare epidemie. Risalgono agli egizi le prime testimonianze certe di un'arte della profumeria e di una scienza della farmacia. Rappresentazioni grafiche e pittoriche, da un lato, e oggetti utilizzati per preparare e conservare unguenti e profumi, dall'altro, parlano di una conoscenza piuttosto approfondita sia delle materie prime che delle tecniche di produzione. Sono i sacerdoti che nei templi - veri e propri laboratori di profumeria - tritano erbe, miscelano oli, macerano preparati. Segreti mai rivelati da nessun geroglifico. A infrangere la sfera esclusivamente sacrale ci pensa il divulgarsi delle prime pratiche igieniche: il faraone in primis, inizia a profumarsi corpo e capelli, mentre oli e unguenti di varia composizione soddisfano le esigenze più diverse, dalla profumazione degli armadi al rimedio contro l'alitosi. 

Parallelamente agli egizi, anche le altre grandi civiltà del Mediterraneo riservano al profumo un ruolo centrale sia nell'ambito religioso sia nella vita privata.  La produzione di essenze e il commercio di materie prime vanno di pari passo con l'evoluzione dei costumi: il profumo, cui si riconoscono proprietà terapeutiche oltre che cosmetiche, entra prepotentemente nella quotidianità, e luoghi come le terme romane diventano simboli di benessere e salubrità. 
A partire dal Seicento è la Francia la patria del profumo. A Grasse, ma non solo, il mestiere del profumiere ottiene statuti più solidi ed è largamente stimato dalle classi più alte della popolazione. Dalle Indie arrivano gelsomino, patchouli, vetiver, sandalo, dall'Italia la tuberosa e il bergamotto; le tecniche di produzione sempre più moderne portano alla creazione delle prime acque di colonia. Quindi se alla corte di Luigi XIV il profumo ha l'arduo compito di mascherare i cattivi odori dei corpi non lavati, la nuova sensibilità settecentesca impone una maggiore attenzione alla pulizia personale e torna in voga l'abitudine del bagno con il sapone. 



A proposito dei bagni con il sapone, degna di nota è la pratica del “savonnage”, o insaponamento, che leviga e idrata la pelle in profondità, riattivando la circolazione; esso può riguardare tutto il corpo o solo una parte di esso, come ad esempio il viso o il décolleté. Il savonnage può avere luogo attraverso varie modalità: al sapone di Aleppo e olio d’oliva, al sapone nero berbero e olio di argan, al sapone di Marsiglia e all’olio di eucalipto, al noni e oli essenziali. Il savonnage può essere parte del trattamento dell’hammam.
Grazie alla mia amica Gabriella che me l'ha fatto scoprire ed apprezzare, consiglio a tutti di provarlo alle Terme di Milano in Piazzale Medaglie d'Oro, 2, un luogo incantato che trasporta chiunque fuori dal caos del centro cittadino; sarete avvolti da delicati profumi ad ogni passo e potrete 'immergervi nel più totale relax. A volontà una selezione di frutta e tè per potersi ulteriormente coccolare. 

Houbigant, Roger e Gallet, Guerlain, Molinard, Paglieri, Borsari: nomi attuali ma che vantano una storia lunga anche più di due secoli. E' con loro che nascono le prime Maison del profumo, ormai imposto nella società come elemento di prestigio, di raffinatezza, di identificazione e di coesione. 
foto di Dominique Silberstein 




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